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Soccorsi d’emergenza in Sudan a un anno dallo scoppio del conflitto

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Il 15 aprile di anno fa il Sudan sprofondava nella violenza. Il conflitto si è diffuso rapidamente in tutto il Paese e milioni di persone hanno dovuto lasciare le loro case da un giorno all’altro. Il delegato della Croce Rossa Svizzera per il Sudan Andrea Maragno coordina gli aiuti della CRS da Nairobi, in Kenya.

Tra i vari aiuti che offre, la CRS sostiene uno degli uffici regionali della consorella sudanese nel Kordofan Settentrionale, una regione in cui conduceva già dei progetti sanitari soprattutto nelle scuole prima dell’inizio delle ostilità. Allo scoppio del conflitto numerosi abitanti dei villaggi vicini hanno cercato rifugio nelle scuole della città El Obeid, capitale del Kordofan Settentrionale. Oggi scuole sono state in parte riconvertite in alloggi per le persone sfollate.

La CRS e la Mezzaluna Rossa Sudanese garantiscono l’accesso all’acqua e ai servizi igienici, oltre a fornire zanzariere e kit per l’igiene per prevenire la malaria, il colera e la dengue e a offrire un servizio di assistenza psicosociale rivolto soprattutto ai più piccoli.

Andrea Maragno, delegato della CRS

Andrea Maragno conosce bene il Sudan e possiede una lunga esperienza nel lavoro in zone di conflitto. Ha lavorato nel sud della Turchia durante il conflitto in Siria, in Iraq e in molti altri Paesi in tutto il mondo. In servizio in Sudan nel 2012 e nel 2013 per conto della Croce Rossa Spagnola, dal 2021 ha lavorato come delegato della Croce Rossa Svizzera a Khartum, fino a quando non ha dovuto essere dislocato a Nairobi, in Kenya.

Un volontario della Mezzaluna Rossa Sudanese gioca con i bambini piccoli.

La situazione in Sudan in cifre

0di persone

hanno bisogno di assistenza umanitaria

0persone

sono costrette a migrare all’interno del Paese

0persone rifugiate

hanno dovuto abbandonare il Paese

Strade d’accesso controllate dalle milizie

«In città la situazione è relativamente calma, con i mercati e le banche che continuano a essere più o meno funzionanti. Ma gli ospedali e i centri sanitari non ricevono più il materiale di cui hanno bisogno. Il fatto che la via d’accesso a El Obeid sia controllata da gruppi armati complica la fornitura di beni di primaria necessità», spiega Andrea Maragno, che è in contatto costante con la sezione locale della Mezzaluna Rossa Sudanese.

La sede centrale della Mezzaluna Rossa Sudanese non è più in grado di inviare articoli come kit di primo soccorso e viveri alla sezione del Kordofan Settentrionale. Allo stesso modo, anche recarsi nelle città e nei villaggi vicini è difficile. «Ci sono numerosi posti di controllo dove le persone armate cercano di sottrarre tutto quello che possono ai passanti. Lasciare El Obeid è quindi molto pericoloso».

4000 volontari attivi in tutto il Paese

Tre volontari della Mezzaluna Rossa sudanese in giacca rossa scaricano pacchi di aiuti alimentari per la popolazione.

Il personale e i volontari locali, a volte membri delle comunità accoglienti, altre volte a loro volta sfollati, lavorano in condizioni difficili. Talvolta, pur di aiutare la popolazione locale, mettono a rischio anche la loro vita. Nelle zone sicure, i dipendenti e i volontari della Mezzaluna Rossa Sudanese prestano aiuti d’emergenza coordinati dalla sezione. «Nelle zone poco sicure fanno quello che possono, dal momento che la sezione non può fornire loro alcuno strumento», spiega con rammarico Andrea Maragno.

Le fazioni del conflitto non rispettano gli emblemi, numerosi veicoli e gilet rossi della Mezzaluna Rossa Sudanese sono stati rubati. Perciò non si può essere sicuri che chi indossa un gilet della Società di Mezzaluna Rossa locale sia veramente un volontario

Andrea Maragno, country coordinator

Per poter lavorare in sicurezza, le comunità locali devono poter riconoscere i volontari. La Mezzaluna Rossa Sudanese fa tutto il possibile per assicurare la loro sicurezza. Anche la Croce Rossa Svizzera segue lo stesso principio: è per questo che nelle zone troppo pericolose, volontari non viene assegnato alcun compito.

Un aiuto materiale per i volontari e il personale locale

Nel Kordofan Settentrionale e Occidentale la Croce Rossa Svizzera fornisce un aiuto concreto ai volontari e ai dipendenti della Mezzaluna Rossa Sudanese per permettere loro di continuare a essere al fianco delle persone sfollate.

La Croce Rossa Svizzera si è occupata della connessione a internet, del materiale per le attività quotidiane, dei salari e delle assicurazioni. In particolare, ha provveduto a dislocare i dipendenti locali che abitavano in zone particolarmente pericolose, oltre a fornire loro vestiti e bandiere che li rendano immediatamente identificabili come membri della Mezzaluna Rossa Sudanese.
Dal momento che alcuni magazzini sono stati saccheggiati o danneggiati, è stato necessario affittarne di nuovi. La CRS si è inoltre fatta carico dell’acquisto e del noleggio dei veicoli, dell’acquisto di carburante per il trasporto del personale e dei volontari nonché di generatori.

Un impegno di lunga data

La Croce Rossa Svizzera sostiene la Mezzaluna Rossa Sudanese da oltre 30 anni. Prima del conflitto, ha sostenuto progetti nei settori sanitario e idrico-igienico. L’inizio delle ostilità ha causato la sospensione dei programmi a lungo termine. La Croce Rossa Svizzera si è concentrata sui soccorsi d'emergenza. Da un lato partecipando agli aiuti forniti dal Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, dall’altro sostenendo direttamente la Mezzaluna Rossa Sudanese affinché possa mantenere e rafforzare le sue attività.

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