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Impegno ai tempi del colera

Reportage

Il Malawi ha appena vissuto la peggiore epidemia di colera degli ultimi vent’anni. Ariane Wilhem, infermiera della Val-de-Ruz, ha passato un mese nell’equipe della CRS per l’emergenza colera, impegnandosi nello specifico a formare i volontari sul posto.

Non è la prima volta che in Malawi c’è il colera. Questo piccolo Paese dell’Africa centrale si trova spesso ad affrontare questo flagello, spesso causato dal consumo di acqua infetta. A gennaio di quest’anno si registravano però cifre senza precedenti: 30 000 infezioni confermate e oltre 1000 decessi. Se si pensa che l’80 per cento delle persone contagiate non ha sintomi, i malati potrebbero essere centinaia di migliaia. Su richiesta delle autorità locali e su mandato della Federazione internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (IFRC), la Croce Rossa Svizzera (CRS) è intervenuta per contenere l’epidemia.

Il desiderio di essere in prima linea

L’équipe della CRS è composta principalmente da specialisti sanitari, proprio come Ariane Wilhem, un’infermiera di 30 anni che lavora nel servizio di ambulanza della Val-de Ruz. La giovane ha passato un mese in Malawi. Prima di partire in missione con la CRS ha dovuto soppesare ambizioni sportive e impegno umanitario. Ariane Wilhelm fa infatti parte della squadra nazionale di trail running.

Per lei è importante rendersi utile e, se bisogna rimboccarsi le maniche, non si tira mai indietro. Del resto, un altro dei suoi impegni è fornire aiuto in una caserma dei pompieri di Neuchâtel. A spingerla ad andare in missione in Malawi è stato il desiderio di impegnarsi in uno dei Paesi più poveri al mondo.

Trovare e formare i volontari

In Malawi, Ariane lavora in centri di accoglienza dove vengono somministrati ai malati i liquidi che hanno perso. Mentre i pazienti gravi vengono ricoverati in ospedale, quelli più lievi vengono curati direttamente presso i centri, in modo da non sovraccaricare la rete ospedaliera. Curare un caso di lieve di colera è relativamente facile: è sufficiente infatti somministrare ai pazienti una soluzione orale per scongiurare una disidratazione potenzialmente mortale.

Ariane Wilhem si occupa di trovare e formare i volontari, che dopo tre giorni di corso sono già operativi: spiegano ai malati come idratarsi, disinfettando i locali infetti e fanno trasferire in ospedale i malati più gravi. Si tratta di un lavoro reso difficile dalla situazione sul posto.

Più crisi contemporaneamente

Il Malawi si trova ad affrontare più crisi contemporaneamente: l’inflazione ha fatto peggiorare l’insicurezza alimentare, che attanaglia e fa patire la fame a milioni di persone.

A marzo, poi, il Malawi è stato travolto dal ciclone Freddy, che ha causato inondazioni che hanno fatto precipitare le condizioni di igiene già precarie. Dopo questa catastrofe, la CRS ha spostato una parte dei suoi centri per la lotta al colera nel sud del Paese, particolarmente colpito dal ciclone.

Passaggio di testimone alla Croce Rossa del Malawi

Le squadre della CRS si sono alternate sul posto per quattro mesi, fin quando il numero delle persone malate non è diminuito abbastanza. Il loro intervento ha dato una mano alla rete ospedaliera locale. Oggi, a fine maggio 2023, la CRS affida alle autorità sanitarie e alla Croce Rossa del Malawi la sua infrastruttura in modo che possano occuparsi direttamente del contenimento della pandemia.

Sfamare gli abitanti prima dei raccolti

Le autorità locali stimano che in Malawi 2,6 milioni di persone soffrano la fame. La situazione è particolarmente grave prima della stagione dei raccolti, quando le riserve sono esaurite e non c’è più nulla da mangiare. La CRS sostiene le attività della Croce Rossa del Malawi e contribuisce ad alleviare le sofferenze dei più vulnerabili. Nel concreto, ciò si traduce in un aiuto in denaro di circa 25 franchi mensili offerti alle famiglie più vulnerabili per un periodo di tre mesi.

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